Come strutturate il piano di addestramento bagnini?

Il Piano di Addestramento Bagnini vuole coprire a 360° ogni aspetto del nostro lavoro. Ogni aspetto teorico che curiamo, non ha significato se all’atto pratico la risposta non è quanto più vicina alla perfezione. I ragazzi devono essere preparati sia alla comunicazione via radio, sintetica e chiara, sia al coordinamento immediato dell’intervento che ci si trovi ad affrontare. Da quanti lifeguard devono essere impiegati a che strumenti di salvataggio devono essere usati. Ci alleniamo per far sì che ogni intervento, nella sua varietà, sia portato a buon fine quando la prevenzione non è bastata, in tempi più celeri possibili e azzerando al minimo la componente di rischio che sarà comunque presente.

piano di addestramento bagnini

Due esercitazioni settimanali, in cui si vanno a focalizzare tutti gli aspetti del nostro lavoro.

Nelle simulazioni cerchiamo di ricreare ogni possibilità d’intervento, vale solo una delle regole che il mare ha sempre dettato, ovvero che Mari calmi non hanno mai creato marinai abili“.

Questo ha portato negli anni a una riconosciuta efficienza nel nostro lavoro da parte delle autorità competenti, ed è sicuramente una medaglia di cui andiamo fieri.

Miglior Attrezzatura per il Soccorso in Acqua

Spesso mi viene chiesto quale sia la miglior attrezzatura per il soccorso in acqua.
La risposta ce la fornisce uno studio di alcuni anni fa (“Assessing the efficacy of rescue equipment in lifeguard resuscitation efforts for drowning”).
L’annegamento di solito avviene in pochi minuti. Un primo soccorso di qualità può trattare o prevenire la maggior parte delle complicanze mediche. Pinne, rescue can, rescue SUP sono le attrezzature più utilizzate dai bagnini. L’obiettivo principale di questo studio era di
valutare quale tra questi diversi materiali da soccorso fosse più sicuro, efficace e che avesse il minor dispendio energetico affinché il bagnino potesse essere in grado di effettuare una rianimazione cardiopolmonare (RCP) di alta qualità.

Sono stati valutati 23 bagnini in 92 salvataggi la prova consisteva in 10 m di corsa, raggiungimento della vittima a 100 m dalla riva, recupero e 2 minuti di RCP su manichino a terra. E’ stato misurato il lattato ematico basale e a fine prova.

Il tempo di recupero dall’acqua è stato più lungo nei soccorsi senza equipaggiamento, mentre quello più breve era mediante l’utilizzo del rescue SUP. E stata rilevata una discreta qualità della RCP prima e dopo il salvataggio in tutti i metodi di soccorso.
Il lattato ematico è aumentato dopo tutti i soccorsi, ma nei soccorritori con rescue SUP è stato rilevato un aumento significativamente minore; indice di minor sforzo fisico rispetto ai soccorsi con le altre attrezzature.

piano di addestramento bagnini

Per tanto: l’uso di attrezzature propulsive e/o galleggianti consente di risparmiare tempo prezioso con ripercussioni sulla riduzione della mortalità e della morbilità per annegamento. Il rescue SUP offre un vantaggio significativo. I bagnini devono comunque mantenere elevati livelli di qualità della RCP, soprattutto nell’efficacia della ventilazione considerato un perno fondamentale per le vittime di un annegamento.

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